sabato 25 gennaio 2014

Cimitero di Highgate



Cimitero di highgate, uno tra i più popolari luoghi suggestivi del periodo gotico,famoso non solo perchè giaciono molti personaggi importanti che hanno scritto un capitolo nella storia, da karl Marx, fino a personaggi dei nostri tempi, Litvinenko, il dissidente russo ucciso con materiale radiottivo da agenti segreti durante un thè, ma anche perchè  ricco di tombe riesumate,
 
sculture di angeli sfigurati, croci coperte dalla vegetazione locale che nell'oscurità della notte, danno vita ad un vero e proprio scenario da film Horror.Si dice che Bram stocker si sia ispirito proprio qua per il vampiro più famoso al mondo,Dracula.
Non è sorprendente che molte storie di mistero e tragedia si intreccino con la storia di Highgate.Dopo tutto oltre 165.000 persone sono ora sepolte nella collina nord che si estende su 37 acri, 2 dei quali è terreno sconsacrato.La parte più recente del cimitero risale al 1854: di quest'ultima rimane l'ala di quello che potrebbe sembrare un normale cimitero mentre la parte più interessante ed intrisa di misteri e leggende si trova ad ovest.

IL VAMPIRO
Qua si sono verificati nel tempo misteriose apparizioni e fatti inquietanti. Nel 1862 venne sepolta Elizabeth Siddal, moglie del pittore Dante Gabriel Rossetti. L'inconsolabile marito gettò nella bara un libro di poesie a lei dedicate. Sette anni dopo la salma venne riesumata,e, tra lo stupore dei presenti , quello che tornò alla luce era il corpo perfettamente integro della donna, con la testa ancora contornata da lunghi capelli di colore rosso dorato. Questo evento diede vita al pensiero comune che nel cimitero vivesse un vampiro. Del fatto parlarono solo i giornali locali mentre i quotidiani nazionali non presero seriamente la vicenda fino a quando nel 1971, non vi fu l'aggressione ai danni di una ragazza. Una prima aggressione avvenne nella strada che conduce all'ingresso ovest del cimitero di Highgate delimitata dalla Swain's Lane, strada che collega Highgate village a kentish Town costeggiando il Waterlow Park. David Farrant, membro fondatore della Britsh Psychic on Occult Society, fu la persona che si occupò nel modo più scrupoloso di questi avvenimenti. Farrant si mise a selezionare gli articoli più veritieri sull'argomento, il primo riguardante proprio l'aggressionedella ragazza sulla Swain'sLane. L'articolo riportava : A tarda notte stava rientrando a casa quando all'improvviso fu gettata a terra da un individuo alto, dal viso mortalmente pallido. Appena la ragazza sollevò lo sguardo, le luci di un'automobile che svoltava l'angolo illuminarono la scena e la figura scomparve. La ragazza aveva solo dei graffi alle ginocchia e ai gomiti, ma era sotto shock. Le indagini della polizia non ebbero alcun esito. In particolare, gli agenti non riuscirono a spiegarsi come l'aggressore potesse essere scomparso, dato che un muro alto circa 5 metri fiancheggiava il viale da entrambi i lati.


LO SPETTRO

Un altro evento misterioso ha visto come protagonista un contabile londinese.

Al calar della sera l'uomo stava passeggiando nel parco adiacente al cimitero quando, cercando l'uscita , si rese conto di essere seguito. Quando si voltò vide, ad una manciata di metri da lui, una figura oscura, alta e spettrale, sospesa a mezza'aria. L'uomo si accorse di non riuscire più a muoversi e di non avere cognizione del tempo, come intrappolato in quell'attimo di vita.Trascorsi quelli che egli ritenne fossero alcuni minuti, l'apparizione scomparve e pian piano recuperò le sue facoltà.Farrant decise di indagare  anche su questa segnalazione scoprendo , nella zona dove avvenne l'apparizione, i resti di un rituale di magia nera. Alle 23 della sera del 21/12/ 1969 , giorno peraltro del sostizio d'inverno, Farrant provò sulla propria pelle l'energia del cimitero di Highgate: pare che due occhi lo fissavano emettendo una luce sinistra e minacciosa; Farrant intui che stava per essere sottoposto a un "attacco psichico" e distolse immediatamente lo sguardo. Quando guardò di nuovo in quella direzione la misteriosa creatura era sparita, se ne era andata proprio come era apparsa, dal nulla
Oggi il cimitero di Highgate conserva ancora tutto il suo fascino cupo e misterioso rendendolo una delle mete principali di turisti provenienti da tutto il mondo.

lunedì 6 gennaio 2014

Moncalieri il Castello della Rotta


Nelle prime decadi del Novecento il castello della Rotta si trovava in stato di abbandono e ciò, unitamente alla solitaria ubicazione e alla circostanza di essere stato a lungo un possesso templare, favorì il sorgere di argomentazioni circa sedicenti presenze soprannaturali che lo infesterebbero. La costruzione avrebbe una posizione astrologica idonea all'apporto di energie naturali, perché orientata in rapporto alla posizione del sole, della luna e dei pianeti, trovandosi all'incrocio di particolari linee di forze magnetiche terrestri. La notorietà della dimora in tal senso si consolidò a partire dagli anni Ottanta, anche se risulta chiaramente difficile poter credere alla veridicità delle numerose presunte "testimonianze".

A detta degli "esperti", comunque, il castello avrebbe la fama di essere il più infestato d'Italia e il seguente incompleto elenco riassume le presenze che si sarebbero manifestate nelle sue stanze: un cavaliere armato sul suo destriero, un sacerdote criminale, un corteo rituale di ecclesiastici, una processione di spettri.
Questa processione avverrebbe ogni anno come se gli spettri volessero che le loro storie fossero ancora ascoltate (ogni 14 giugno).Di tutte le anime sole, tristi e violente che sono indissolubilmente legate alle mura del Castello della Rotta. , una nobile forse suicida, un'anziana tata rea di aver provocato la scomparsa di un infante, un cardinale seduto e intento a leggere un libro ed un uomo vestito di nero che ritorna nel luogo della propria morte.
La storia del Castello della Rotta a Moncalieri è letteralmente scritta nel sangue: le sue mura videro lo svolgersi di diverse e cruente battaglie, molte delle quali videro coinvolti anche i Cavalieri Templari, a cui questo luogo sembra sia legato in maniera indissolubile. Un passato violento e sinistro che si è poi incarnato nelle leggende e nelle storie di fantasmi che gravitano intorno a questo luogo.Secondo la leggenda, il castello prende il suo nome, “della Rotta”, in seguito alla sconfitta che Tommaso di Savoia subì qui nel 1639, per mano degli assedianti soldati francesi. Ma questo castello fu anche un possedimento Templare: infatti nel 1196 il maniero fu donato all’allora Maestro della milizia del tempio, divenendo di fatto proprietà dei Cavalieri di Malta.

Le storie dei fantasmi del Castello della Rotta:

La Marchesina e il cavaliere
Narra la leggenda che al Castello della Rotta giunse una marchesina proveniente dalla Francia: era una fanciulla giovane e delicata,e arrivò a Moncalieri per diventare la sposa del padrone del maniero: un uomo vecchio e zoppo, che aveva però bisogno di un erede a cui lasciare il castello.
La marchesina era consapevole del destino che la attendeva, ma nonostante tutto si innamorò di un nobile e aitante cavaliere: la croce rossa dipinta sul suo mantello bianco le parlava di terre lontane e pericolose, di avventure e pericoli, di un uomo forte e coraggioso che li aveva affrontati a testa alta.
Il cavaliere aveva giurato fedeltà al padrone del maniero. Ma fu più forte di lui: ricambiò l’amore della marchesina. I loro incontri erano fugaci e passionali. Tanto che non gli importava di essere in pericolo.
Il signore del maniero sapeva: li aveva visti. E giurò vendetta. All’inizio fece finta di niente. Poi, con una scusa qualunque, attirò l’ignara marchesina nella torre. Chiuse la porta, in modo che nessuno li disturbasse. L’attirò alla finestra. E mentre lei stava ammirando il panorama, pensando al suo amato, con uno spintone improvviso la scaraventò giù dalla torre.
Ancora ebbro della sua follia e del dolce sapore della vendetta, fece seppellire il corpo. E mandò egli stesso un messo dal cavaliere, avvertendolo che la marchesina era stata vittima di un incidente, un crudele scherzo architettato dal destino.
L’animo del cavaliere fu straziato dal dolore. Versò in una sola notte tutte le lacrime che un uomo poteva piangere in un’intera vita. Il giorno successivo partì alla volta della Terrasanta, a combattere contro i Mori. Ma giurò e sé stesso che sarebbe tornato. Le sue spoglie avrebbero riposato nella stessa terra dove era stata sepolta la marchesina. E avrebbe vegliato per sempre sulla sua anima.
Di questa triste fanciulla non resta che un pallido fantasma, uno spettro solitario che si aggira per i dintorni del Castello di Moncalieri, o viene visto affacciato a una delle finestre del maniero.



Qualche tempo dopo,  si venne a sapere che nei pressi del castello erano stati ritrovati i resti di un cavaliere Templare con una croce di ferro al collo insieme al teschio di un imponente cavallo.
Diverse testimonianze affermano di aver visto il fantasma di questo cavaliere aggirarsi per il cortile del Castello di Moncalieri. E quelle che sembravano delle semplici dicerie trovarono appunto conferma.


Il fantasma del frate

Si narra che quando il frate in questione sentì i passi che si  avvicinavano alla sua cella, capì subito cosa stava per accadere. Le mura del Castello della Rotta, già fredde, divennero gelide come la morte. Come la morte che lo stava aspettando.
Entrarono due uomini nerboruti, con uno sguardo torvo e feroce. Uno di loro srotolò una pergamena e cominciò a leggere. La testa del frate ronzava come un vespaio inferocito, e le sue orecchie non poterono che cogliere solo alcune delle parole pronunciate dal carceriere: “anno del Signore 1424*” “sevizie”, “omicidio”, “abuso carnale”.
Tutte accuse che pesavano su di lui come dei macigni. Per un attimo nel suo cervello si fece un piccolo vuoto, una frazione di secondo in cui riecheggiarono le grida disperate di una giovane fanciulla, insieme alle preghiere e alle invocazioni di pietà proferite da un povero vecchio. Ma su solo questione di attimo: il brusio riprese, incessante e assordante.
Gli uomini lo sollevarono a forza dal pagliericcio lercio su cui era sdraiato. Lo condussero di peso attraverso corrodi di pietra tutti uguali che scendevano nelle viscere del Castello della Rotta, meandri illuminati fiocamente da torce stanche. Finché non si arrestarono di fronte a una nicchia aperta nel muro. Abbastanza grande da ospitare un essere umano.
Pronunciarono nuovamente la sentenza. Una condanna così terribile da togliergli anche la forza di urlare. Gli legarono mani e piedi e lo imbavagliarono. Lo deposero in quella che sarebbe diventa la sua bara, legandolo a un anello infisso nel muro. Due manovali presero malta e mattoni. E cominciarono a murare la nicchia con il frate dentro.
Un mattone dopo l’altro, il frate vedeva la sua vita che si allontanava. I suoi occhi grondavano lacrime e sangue. Un mattone dopo l’altro, la luce e l’aria erano sempre di meno. Finché fu solo il buio più totale.
Ed è proprio di tale frate l’ombra in abito talare assisa su uno scranno, che prega nel cortile o nelle stanze del Castello della Rotta.

Il fantasma della nutrice
La povera nutrice del Castello della Rotta stava ormai per perdere la pazienza: era tutta la giornata che correva dietro a quella piccola pesta del figlio dei padroni. Il bambino era irrequieto, indemoniato: correva a destra e a manca, nascondendosi nei luoghi più impensabili dell’antico maniero. E lei, dall’alto dei suoi quarant’anni suonati, cominciava a non sentire più le forze per star dietro alle intemperanze del bambino.
Si sedette solo per un attimo nel cortile del castello, troppo esausta: aveva bisogno di riprendere fiato. Ma il suo cuore era comunque in apprensione: erano ormai diverse ore che non vedeva più la piccola peste. E aveva addosso una strana sensazione, come un tetro presentimento, che non la lasciava in pace, come una mosca ronzante e fastidiosa.
Fu lo stesso bambino a comparire da solo, dall’altra parte del cortile, con un sorriso allegro e strafottente stampato sulla faccia. La nutrice si lasciò sfuggire un colorito rimprovero e si rimise in piedi, pronta a dargli nuovamente la caccia.
E poi furono solo due cose: un’immagine improvvisa e rumore assordante. L’immagine era quella di una carrozza trascinata per il cortile da cavalli imbizzarriti. Il rumore era quello della carrozza stessa che si schiantava contro il muro dove pochi secondi prima il bambino la stava salutando, sorridente.
La povera nutrice cadde in ginocchio. Vi fu un silenzio irreale. Seguito da grida allarmate, sconvolte. Da un confuso vociare. Da persone che si accalcavano per il cortile, facendo una gran confusione. E lei era in mezzo a quel caos di uomini e donne, inginocchiata a terra, e negli occhi ancora quel sorriso spensierato e strafottente che può dipingersi solo sul volto di un bambino di otto anni.
L’anima della donna morì in quel preciso momento. Ma il senso di rimorso rimase impresso nella carne del suo corpo. La nutrice non fu vista da nessuno, in quel marasma di presone. Andò nelle cucine. Prese il coltello più grande e affilato che le capitò di trovare. E se lo piantò nel cuore.
Con ancora negli occhi il sorriso di quel bambino.
Un senso di rimorso che non si è ancora placato: l’anima della nutrice suicida continua a vagare per il Castello della Rotta, alla ricerca del bambino, lasciando dietro di sé un delicato profumo di rose e di gigli.
In talune notti, specialmente d’inverno, sono molti gli abitanti di Moncalieri che affermano di aver visto il fantasma di questo bambino. E tutti lo descrivono con gli stessi, identici tratti somatici.

Fonte :wikipedia ; storie di fantasmi

domenica 5 gennaio 2014

La casa di Borley ( the borley rectory )



 
Borley rectory
The Borley Rectory, nell'Essex a 60 miglia a nord-est di Londra, è ritenuta la casa più stregata di tutta l'Inghilterra: a dirlo è stato il famoso investigatore del paranormale nonchè studioso di parapsicologia Harry Price, è nota alla cronaca per i fantasmi che la abitano ancora oggi, dopo la sua distruzione avvenuta nel 1944: un monaco, una suora e un cocchiere senza testa.
Dal 1863, data della sua costruzione, l’imponente edificio di ben trentacinque stanze ha visto alternarsi diversi inquilini, ha subito un misterioso incendio ed è stata scenario di numerose vicende dal truce esito.
Ma partiamo dall’inizio di questa storia. Il palazzo fu costruito da un reverendo, Henry Dawson Ellis Bull,come canonica, per sé e i suoi discendenti che vi abitarono fino al 1927, anno in cui subentrò un nuovo parroco Guy Smith, che vi abiterà con la moglie per meno di un anno. Smith, sconvolto dai terribili eventi che si verificavano al suo interno, si rivolse alla testata giornalistica Daily Mirror che prese subito a condurre indagini in loco per mano di Price.
Dal 1930 al ’35 vi abitò un anziano reverendo ,Lionel Foyster con la giovane moglie Marianne. Foyster annota nel proprio diario una serie di strani fenomeni: pietre e libri che volano, campanelli che suonano da soli, oggetti che spariscono e altri che appaiono all'improvviso, colpi e getti d'acqua che disturbano il sonno dei residenti. Il pastore tenta un esorcismo che però non ha alcun effetto. Si dice che la moglie Marianne, vide, un uomo in vestaglia che la invocava da in cima alle scale. 
 
Conversazioni tra marianne e le presenze di borley

Dopo qualche tempo, si cominciano a rinvenire anche misteriosi messaggi in cui si implora aiuto, scritte sui muri, richieste di preghiere e di messe.
Ma anche loro non riescono a rimanere nell’edificio che viene dichiarato ufficialmente “infestato”.
Nel 1935 i Foyster abbandonano la casa, e solo nel 1937 arriva un nuovo inquilino, lo stesso Harry Price che aveva già visitato la casa nel 1929 e che vi fa abitare, a rotazione, 48 investigatori assoldati tramite un annuncio su un giornale locale.
Dagli abitanti della zona Harry Price viene a sapere che, nel corso dei decenni, molti testimoni avrebbero visto dopo il tramonto una monaca in abiti neri percorrere a testa china il viottolo che unisce il rettorato al limitare del bosco, tanto che quel viottolo è chiamato "sentiero della monaca".
Harry Price decide di ricorrere alle sedute medianiche, attraverso le quali verrebbe contattato lo spirito di una suora francese cattolica, Maria Loirre, vissuta nel XVII secolo.
Laddove vi erano solo sospetti, prove documentate portano alla luce la triste storia di Marie Loirre, Non solo, Price scoprì pure che il monastero fu costruito sopra un cimitero improvvisato per via di una terribile epidemia di peste.
Si dice che, dopo la sua distruzione, avvenuta nel secondo dopoguerra, lo spirito di Marie Esther Loirre, vaghi ancora nei dintorni dell’edificio, attendendo, disperata, il suo vero amore.
Nel 1951 la famosa associazione Society for Psychical Research (SPR) decise di aprire un'inchiesta sul caso di Borley, che durò cinque anni e portò risultati clamorosi: i tre ricercatori della SPR conclusero infatti che Price aveva compiuto frodi, falsificato le prove e alterato le testimonianze, e che nei presunti fenomeni accaduti non si riscontrava nulla di eccezionale.

Al di la della storia in se che si può trovare su wikipedia o su qualsiasi sito,di prove concrete di quello che successe nella canonica si ha solo una foto......
Un mattone sospeso nel vuoto...
E' impossibile dare un giudizio sui fatti.
Le varie testimonianze succedutesi nel corso di un secolo sono contradditorie.
Qualcosa accadde davvero a Borley.
Ma come per ogni mistero che si rispetti,resterà per sempre avvolto in un’aura di leggenda.